Quest'oggi andiamo a conoscere qualcosa di specifico, viaggiamo nella musica underground, più precisamente nell'hip hop italiano facendo visita ad un rapper della scena milanese di cui sicuramente vi parlerò spesso, il suo nome è Davide Bassi, in arte Bassi Maestro.
Bassi Maestro si fa conoscere e apprezzare nel panorama hip hop italiano inizialmente come dj, a cavallo tra gli anni 80 e 90. Dopo alcuni demo, il debutto nel 1996 con il primo progetto da solista e nel 1999 la nascita del team Sano Business che vede il sodalizio con altri tre componenti della scena milanese, Dj Zeta, Rido Mc e Supa.
Ciò che rende questo artista particolarmente valido è il grande contributo offerto alla causa dell'hip hop italiano: Bassi continua a dividersi instancabilmente tra l'attività di Dj e produttore, le serate nei club in giro per l'Italia e all'estero e La Fortezza delle Scienze, il suo studio di registrazione aperto a Milano.
I suoi dischi sono un’istantanea della vita milanese, delle esperienze nei club, sempre a metà tra l’ironia e la malinconia, condite con un tocco di autocelebrazione, come nella tradizione dei dischi rap. Lo si può amare o no, ma è innegabile che un artista che ci mette tanta passione e ha resistito alla tentazione di cambiare la propria musica per vender più dischi e avere la notorietà di altri suoi colleghi merita il massimo rispetto. Sono di sicuro tanti i sacrifici per chi, come Davide Bassi, ha deciso di sposare la causa dell’hip hop e i bocconi amari da mandar giù dopo tanta gavetta, e allora quale migliore rimedio che suonare come nel brano Pop Music l’odio verso le contraddizioni che attanagliano un genere musicale che in Italia combatte per ritagliarsi un piccolo spazio in un mercato in cui la musica pop fa da padrona.
lunedì 5 novembre 2007
Bassi Maestro e l'hip hop made in Italy
"...Mi sono sentito un coglione ogni volta che ho leccato il culo a qualche direttore di programmazione, illudendomi che cambiasse questa situazione dove un cazzone che ha il cash può fare il produttore; mi avete tolto ogni stimolo, più volte sono stato messo in ridicolo in qualche vostro articolo, ed è sempre così, più sei gentile più la feccia ostile è dura a morire. Qui manca lo stile, in Italia manca un senso civile in una cultura che funziona a pile, dove i Cecchetti e i Salvetti funzionano dai tempi del vinile, com’è che stanno ancora a ingrassarsi dentro al porcile?...
...E sia ben chiaro, non voglio che nessuno mi fraintenda, voglio fare il cash come “Mi consenta”, ma voglio lasciar libera la musica che spingo, dopo tanto meglio se la suona Ringo o Linus o il mio vicino, sti cazzi sono sempre e comunque il primo, la vivo da vicino! Non fingo quando rimo, se vedi qualche trucco è sul mio viso quando sono in tv, che spingo il rap con Rido; anziché criticare i Flaminio Maphia fate un singolone underground per salvare l’Italia, se ci diventi famoso giuro che la smetto con queste cazzate e appendo il microfono al chiodo!..."
(Bassi Maestro, Pop Music)
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Marcos, ma è questa la canzone di cui mi dicevi una volta, in cui Bassi menziona pure LaPina e Neffa tra i rappers "pettinati"?
RispondiElimina:-P
aborro...terrificante questo qui...e poi la definizione "hip-hop italiano" mi fa un po' ridere...
RispondiEliminadreva
@ Shadysun: no quella è un'altra dal testo piuttosto polemico, nonchè ricco di francesismi :)
RispondiElimina@ Dreva: "questo qui" denota già poca conoscenza dell'argomento (e probabilmente anche la mancata lettura del post), ad ogni modo ognuno è libero di mantenere la propria idea dato che anche i commenti negativi sono costruttivi, purchè effettuati con delle motivazioni e non per partito preso.
Cosa vuol dire "poca conoscenza dell'argomento"? Il giudizio su un cantante è semplicissima, piace o non piace...e per me "questo qui" fa pietà...
RispondiElimina...tra l'altro i testi non mi sembrano tutto questo granchè come vuoi far vedere. Piuttosto mi danno l'idea di cose fatte ad arte per sembrare un tipo alternativo, perennemente in contrasto con tutto e tutti (e tra l'altro non ci vedo niente di eccezionale neanche dal punto di vista linguistico)... e questo fa tanto figo... sinceramente questa tipologia di persone fa davvero ridere!
L'hip-hop è storicamente musica nera, nato a New York in quartieri difficili come il Bronx, ed esprimeva il profondo disagio ma anche la grande voglia di vivere del popolo afroamericano da sempre segregato, sfruttato e soggetto a discriminazioni...tutte altre problematiche rispetto ai tantissimi nostri "alternativi", quasi tutti figli di papà superviziati, con cellulari, macchine, pantaloni da 200€ e sempre soldi in tasca da utilizzare per foraggiare i propri vizi...ecco spiegato anche perchè mi vien da ridere quando sento parlare di hip-hop italiano...
...spero di averti dato abbastanza motivazioni...
imho...dreva
@ Dreva: che l'hip hop sia nato in America e sia una musica nera non esclude che in Italia ci possano essere validi artisti, proprio come il fatto che la pizza sia nata a Napoli non esclude che in altre località si possa mangiare comunque dell'ottima pizza.
RispondiEliminaLa musica ad ogni modo è una forma di espressione come lo è la pittura, la scultura e tutte le altre forme d'arte; il popolo afroamericano esprimeva i suoi disagi, quello italiano ne esprime altri mediante lo stessa forma d'arte.
Sul fatto che ci siano artisti che "fanno gli alternativi" siamo d'accordo, ci sono ma a mio parere non è attinente al caso in questione, lo dimostra un'intervista su XL di Repubblica dove Bassi e gli altri del SanoBusiness si raccontano affrontando queste tematiche in maniera esaustiva. Te la consiglio.
mi piace l'hip hop italiano, non tutto devo dire, Bassi è fra i miei preferiti..
RispondiEliminaMa di ke parla..come si chiama..dreva..solo in america, nel bronx c'è disagio giovanile?!
a questa tipa gli farei passare qualke giorno a roma con me!!