Un posto nel mondo è sicuramente rivolto a un lettore giovane, quella generazione di trentenni che in quest’ultimo periodo fa sempre più parlare di sé per il tentativo di trovare un proprio spazio identitario e una collocazione sociale precisa, i cosiddetti bamboccioni, come li ha definiti il Ministro dell'Economia Padoa Schioppa con una grossa caduta di stile. Fabio Volo ci propone, come nei due precedenti lavori editoriali, una scrittura che rappresenta il vero e proprio punto di forza del suo romanzo. Semplice, ironica, scorrevole, senza mai cadere nella banalità.
La situazione che apre il libro è la sala d’aspetto di una maternità, nella stanza accanto sta nascendo una bambina, la figlia di Michele, il protagonista, che ripercorre dentro di sé, in quell’attesa, un po’ tutta la sua vita.
Il primo drammatico abbandono: la morte della madre quando aveva solo otto anni e l’infanzia trascorsa con i nonni, la sorella e un padre amatissimo, ma troppo assente.
Passano pochi anni e Michele ha in dono un’amicizia straordinaria, quella con Federico, che l’avrebbe accompagnato per sempre.
Ormai adulti, ventottenni, i due amici fanno il punto della loro vita e un’irrequietezza profonda spinge Federico a lasciare la sicurezza del lavoro, gli affetti e le abitudini quotidiane: ha bisogno di realizzare sè stesso e tutte le potenzialità che sa di avere andando altrove, conoscendo mondi e persone diverse. Parte infatti, e al suo ritorno dopo qualche tempo è una persona diversa, serena, soddisfatta, pacificata. Ma la vita riserva talvolta inaspettate crudeltà: un incidente stronca quella felicità e getta Michele in una cupa disperazione che lo porta a ripercorrere i passi dell’amico.
Capo Verde era il luogo in cui Federico aveva ritrovato sè stesso e un amore importante, quello con Sophie, ed è là che approda anche Michele quasi inebetito dal dolore. Ma la semplicità della vita a Boa Vista, una delle isole più incontaminate dell’arcipelago, la naturalezza dei rapporti con chi vi abita e lavora, la sorpresa straordinaria di una prossima maternità di Sophie, gli sanno ridare vigore e gusto per la vita. Il ritorno in Italia coinciderà anche con il ritrovare Francesca, la ragazza con cui in passato non era stato in grado di costruire un rapporto solido, e ora, dietro quella porta, sta per nascere Alice, la loro bambina.
Una storia d’amore come tante, scelte di vita non tradizionali (Michele e Francesca non convivono, né pensano di farlo), ma ormai diffuse, psicologie semplici che aspirano a non essere banali, personaggi in cui è facile identificarsi: questi gli onesti ingredienti di un libro che attrae e allieta dalla prima all'ultima pagina.
Federico a lasciare la sicurezza del lavoro, gli affetti e le abitudini quotidiane: ha bisogno di realizzare sè stesso e tutte le potenzialità che sa di avere andando altrove, conoscendo mondi e persone diverse.
RispondiEliminami ci ritrovo molto in questo personaggio, spero non troppo, vista la trista fine che fa :)) cmq Marcos appena ci vediamo me lo presti 'sto libro, no?
@ Shadysun: certamente la prossima volta te lo porto
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