sabato 19 gennaio 2008

Faccia tosta

cuffaro"PALERMO - Il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro - imputato di favoreggiamento aggravato alla mafia e violazione di segreto d'ufficio - è stato condannato a cinque anni di reclusione per favoreggiamento semplice senza l'aggravante di aver favorito Cosa Nostra e per violazione del segreto istruttorio nel processo di primo grado sulle Talpe alla Procura di Palermo. Cuffaro è stato anche condannato all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione che però scatterà solo in caso di conferma del giudizio anche in appello". (cfr. Corriere della Sera)


Francamente non mi capacito delle dichiarazioni goliardiche ai giornalisti al termine della sentenza da parte dell'imputato. Fino a prova contraria, essere condannato a cinque anni di reclusione per favoreggiamento e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici non mi sembra una cosa di cui andare tanto fieri. Le sue dichiarazioni mi ricordano quelle dell'avvocatessa Bongiorno dopo la sentenza su Andreotti, riconosciuto colluso con la mafia fino alla primavera del 1980, reato accertato ma prescritto. Che la scialuppa di salvataggio della prescrizione abbia impedito ad un novantunenne di finire in gattabuia non significa certo che il reato non è stato commesso come vorrebbe farci credere. E invece il giorno dopo i giornali titolavano "Andreotti assolto", prendendo per i fondelli mezza Italia. Evidentemente si usa fare così, buon viso a cattivo gioco. Strano destino quello dell'avvocatessa Bongiorno che finge di aver vinto tutti i processi invece quelli più famosi li ha persi tutti. Ad esempio ha difeso Totti per la vicenda dello sputo al giocatore danese Poulsen negli Europei del 2004 e al giocatore italiano furono comminate tre giornate di squalifica (invece delle quattro richieste dall'accusa) tant'è che non giocò più. Ha difeso anche il calciatore Stefano Bettarini, accusato di scommesse illecite, sostenendo che era un "maniaco degli SMS" e che le sue previsioni sui risultati delle partite erano "chiacchiere da bar smentite dai fatti". Il giocatore ricevette 5 mesi di squalifica.


Tornando a Cuffaro, non è certo un caso che il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso abbia dichiarato: "E' rimasto provato il favoreggiamento da parte del presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, di singoli mafiosi come Guttadauro, Aragona, Greco, Aiello e Miceli, ma tutto ciò non è stato ritenuto sufficiente a integrare l'aggravante contestata di avere agevolato l'associazione mafiosa Cosa Nostra nel suo complesso".


"Per l'accusa, il Governatore avrebbe appreso nel 2001 dall'ex maresciallo dei carabinieri, Antonio Borzacchelli, poi eletto deputato regionale, dell'esistenza di microspie sistemate dagli investigatori del Ros nell'abitazione del boss di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro. Il salotto del boss, già condannato all'epoca per mafia, era frequentato da un amico di Cuffaro, il medico Domenico Miceli, ex assessore comunale alla sanità, anche lui Udc, condannato nel dicembre 2006 a otto anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Gli inquirenti sostengono che Borzacchelli avrebbe avvisato Cuffaro dell'esistenza delle cimici a casa Guttadauro e che il presidente della Regione lo avrebbe a sua volta comunicato a Miceli. In questo modo il boss di Brancaccio avrebbe scoperto le microspie, bruciando l'inchiesta". (cfr. laRepubblica).


Una persona con un minimo di buon gusto dopo una sentenza del genere darebbe le proprie dimissioni. Cuffaro ha invece fatto ricorso e quindi l'interdizione scatterà solo in caso di conferma del giudizio anche in appello. Va bene, la legge gli permette di rimanere sulla poltrona di Governatore della Regione Sicilia. Ma non andiamo nelle piazze a sventolare il tricolore, per carità!


 

2 commenti:

  1. Condivido in toto quanto scrivi, tant' e' che i Cittadini Italiani ne hanno fin sopra i capelli di queste manfrine di tutta la nostra classe politica. In italia pagano sempre: Pantalone ed i Ladri di Polli; i collusi, i mafiosi ed i farabutti,ormai, sono persone rispettabilissime. Chi non possiede un "Pedigree" sostanzioso e' da considerare un "N.I.P." della societa'. E....la famosa QUESTIONE MORALE? Roba d' altri tempi ? Ci vuole una bella faccia tosta, percio'...a rivotiamoli !!!!! Non mi dia del moralista, ma quando è troppo è troppo ! ancora complimenti.

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  2. Non le do assolutamente del moralista. Io stesso non mi ritengo nè un moralista e neppure un populista. Penso solamente che chi ricopre una carica pubblica debba onorare il proprio lavoro e rendere conto del proprio operato. Nel momento in cui venga accertato un reato è giusto che vada a casa perchè significa che non ha ricambiato la fiducia degli elettori che l'han votato.

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