Un lodo per il figlio del Senatur

di Marco Travaglio (tratto dalla rivista A)

Il problema è drammatico: hanno bocciato Renzo Bossi alla maturità scientifica per la terza volta. E Renzo Bossi non è uno studente qualsiasi: è il figlio del Senatur, erede del grande timoniere della Padania, rampollo del ministro delle Riforme. Infatti aveva presentato una tesina su Carlo Cattaneo, l'incolpevole pensatore federalista usato dalla Lega per dare una verniciata di cultura alle sue scombiccherate battaglie.
Ma la tesina non è bastata. Pare che il giovin virgulto sia parecchio ciuccio: anche stavolta, presentandosi da privatista (durante l'anno, ha altro da fare che frequentare le lezioni), "ha mostrato gravi lacune di preparazione in quasi tutte le materie". Parola di Don Gaetano Caracciolo, rettore del collegio Bentivoglio di Varese.

L'ennesima bocciatura del somarello non è piaciuta a papà Umberto. Il quale, impegnato com'è nel governo Berlusconi a ripristinare la meritocrazia in questo Paese di raccomandati e fannulloni, ha pensato bene di attaccare gli insegnanti che hanno osato ritrombare, anzi tritrombare, l'erede al trono. Terroni, ecco quel che sono. Invano il rettore ha fatto osservare che, a parte lui, la commissione era composta da nove insegnanti del Nord. E che la "maturità è il risultato aritmetico di una serie di prove: tre scritte e una orale. Purtroppo la somma di tutte le prove non ha raggiunto il 60, il minimo per la promozione". La provenienza dell'insegnante o dell'allievo conta poco. "E' la somma che fa il totale", direbbe Totò, altro noto terùn. Ma di fronte a questi miserevoli argomenti matematici, aridi e prosaici, che non tengono nel dovuto conto i sacri destini del federalismo, il papà ministro non ha battuto ciglio e ha ordinato su due piedi, nel mentre che sollevava il dito medio all'Inno Nazionale, una nuova riforma istituzionale: "Dopo il federalismo bisogna riformare la scuola. Non possiamo lasciare martoriare i nostri figli da gente che non viene dal Nord. Il problema della scuola è molto sentito perché tocca tutta la famiglia. E' la verità, un nostro ragazzo (uno a caso, ndr) è stato bastonato agli esami perché aveva presentato una tesina sul federalista Carlo Cattaneo. Questi sono crimini contro di tutti. Noi ai bambini insegniamo fin da quando nascono che non siamo schiavi e non lo siamo mai stati".

Il fatto che la signora Bossi, sua seconda moglie e madre di Renzo, faccia l'insegnante e sia nata in Sicilia, non l'ha smosso di un millimetro. La Padania vuole docenti padani e li avrà. A costo di farli eleggere dal popolo, come i magistrati. Ma anche la devolution scolastica rischia di non bastare: se poi, una volta eletti e magari addobbati col fazzoletto verde al taschino, i maledetti continuassero a bocciare il prode Renzo nei secoli dei secoli, finché sarà nonno? Potrebbe fare anche lui come papà Umberto, che finse di essersi laureato in Medicina anche se aveva dato solo un paio di esami, e usciva ogni mattina da casa con la valigetta da medico condotto, salvo poi girare l'angolo e andare a giocare al biliardo. Oppure si potrebbe inserire nel lodo Alfano una clausoletta, in aggiunta a quella che immunizza dai processi le alte cariche dello Stato per i reati già commessi o ancora da commettere: "Per non distrarre con inutili preoccupazioni i ministri in carica dai loro alti compiti istituzionali, i loro figli sono promossi a prescindere. Anzi, onde evitare loro inutili umiliazioni, sono esentati dagli esami di ogni ordine e grado".
Il ministro Alfano, sempre così servizievole, sarà orgoglioso di provvedere all'istante.