giovedì 29 luglio 2010

Questo carcere non è un albergo

intercettazioniSono giorni di grande caldo e chi rimane in città - penso agli anziani e a coloro che non hanno la possibilità di permettersi una vacanza - attende il fresco settembrino con ansia.


Il problema è amplificato nelle carceri, tant'è che dall'inizio del 2010 ad oggi son già 39 i casi di suicidio tra le mura delle galere. Il sistema penitenziario appare decisamente in difficoltà per i problemi di sovraffollamento e carenza di personale che tutti conosciamo. In maniera semplicistica nel 2006 l'indulto cercò di moderare la situazione: anche se i dati che ne derivarono sembrarono apparentemente dar ragione agli ideatori del provvedimento il risultato è stato un ulteriore colpo basso al principio della certezza della pena, vero e proprio miraggio nella nostra Italia.


Cosa significa certezza della pena?


La risposta utopistica è che i magistrati riescano a celebrare tutti i processi in tempi ragionevoli e che tutti i condannati alla reclusione scontino interamente la pena.


La risposta pragmatica è, visto che la giustizia è ingolfata, che vadano effettivamente in carcere almeno coloro che la magistratura riesce a processare e condannare. Ma è realistico pensare ciò?


Tutti i politici, in particolare quelli di centro-destra, credono di poterlo fare a giudicare dalle bellicose dichiarazioni rilasciate alle televisioni. La realtà, tuttavia, è ben diversa. Secondo i dati Istat e del Dipartimento amministrazione penitenziaria aggiornati al Dicembre 2007 i posti nelle carceri sono circa 7000, che possono arrivare a quasi 20.000 se contiamo anche i posti nelle case mandamentali e circondariali (che dovrebbero ospitare solo persone in attesa di giudizio). Il fabbisogno di posti aggiuntivi va da un minimo di 25.000 (se si fa scontare la pena in carcere solo a chi ha una condanna di almeno 5 anni) ad un massimo di 100.000 (se si fa scontare la condanna in carcere anche a chi ha una condanna tra 1 e 4 anni). Avremmo bisogno dunque di oltre il doppio dei posti gia esistenti !


Certamente nessun Governo sarebbe in grado di garantirli nell'arco di una legislatura. Che fare dunque?


Ricordarci per prima cosa che il carcere non è un luogo di villeggiatura e che il problema del sovraffollamento va risolto quanto prima, ma deve essere anche un deterrente per tutti quelli che stanno fuori. Soluzioni come l'indulto o qualunque altro sconto di pena non fanno altro che indebolire la posizione di chi cerca di assicurare alla giustizia i criminali salvo poi vedersi fare le pernacchie dagli stessi il giorno seguente. Un Paese in cui l'effettiva permanenza in carcere non è mai quella prevista dal Giudice fa perdere credibilità allo Stato e dunque attira criminalità dall'estero.


Per concludere, quando durante la prossima campagna elettorale verrà  sbandierato come al solito il Problema Sicurezza, se tra i punti della manovra non vi è la costruzione di nuove carceri sappiate che sotto sotto c'è la fregatura.

1 commento:

  1. amico mio,tu poni il problema della "certezza della pena".La questione è ancora più a monte e investe la "certezza del processo penale".Rimandato, rinviato, prescritto per scadenza dei termini.Nel frattempo, gli indagati e gli inquisiti seguitano nelle loro malefatte.Gli avvocati ci sguazzano e si arricchiscono (considera che nell'ambito di una querela penale, solo per metterti seduto per consultare un avvocato trattasi di euro 1.000), poi le altre spese, e l'uomo campa.E' un sistema di connivenze alle quali, come tu fai giustamente notare, men che mai sono estranei i governi di centro-destra per ovvi motivi.Un abbraccio.SHERWOOD  

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