Chi Vi scrive ha fortunatamente terminato quel periodo fatto di statini, seminari, lezioni ed esami, ma, avendone prese ben 2 di lauree, conosce bene i problemi e gli sprechi dell'università italiana.
Chi di Voi ha avuto la "fortuna" di frequentare un ateneo si sarà scontrato con uno di questi problemi: professori assenti dalle lezioni senza alcuna comunicazione sul proprio sito o su quello della facoltà, professori non in grado di utilizzare la posta elettronica, assenti durante l'orario di ricevimento o addirittura in anno sabbatico.
Proprio quest'ultimo meriterebbe qualche precisazione. In Italia l'anno sabbatico è stato introdotto con la legge n. 53 del 2000, proposta dal Ministro Livia Turco. La legge introduceva i congedi parentali, per maternità, formazione e gravi motivi familiari, tra i quali è inclusa una grave malattia. L'anno sabbatico è un periodo non retribuito di assenza, al termine del quale il richiedente conserva il diritto a riprendere il posto di lavoro.
Per professori universitari, medici e scienziati, tuttavia, questo periodo è il più delle volte RETRIBUITO per consentire la ricerca e la pubblicazione di libri. Purtroppo, però, accade anche che sia l'opportunità di una bella VACANZA a spese dei contribuenti che in cambio ereditano la pubblicazione di un testo (o un fascicolo) di dubbia utilità. Di furbetti è piena l'Italia, quindi i casi sono due: vigilare o regolamentare.
Se vigilare non si può perché costa, avanzo la proposta di ridurre del 50% lo stipendio durante l'anno sabbatico: la cifra risparmiata investiamola nella ricerca, quella vera!
martedì 8 novembre 2011
Anno sabbatico un corno!
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