martedì 27 gennaio 2009

Come far guarire un innamorato dalle pene d'amore?

Da bambini dipendiamo moltissimo dalla gentilezza dei genitori. Da vecchi, ancora una volta, dipendiamo dalla gentilezza degli altri. Tra l’infanzia e la vecchiaia ci illudiamo di essere indipendenti ma non è così. Secondo il Dalai Lama tutti abbiamo bisogno d’amore. Ma allora perché soffriamo per amore così come per il dolore? Tutti gli esseri umani hanno il desiderio di rendere se stessi felici. In realtà l’essenza della nostra mente innata è una mente pura senza contaminazioni, senza la sovrapposizione del pensiero, della concettualizzazione.  La felicità però è ostacolata dalla nostra naturale tendenza a incasellare le persone in categorie. Non è forse vero che classifichiamo gli altri facendo un’enorme differenza fra gli amici, i nemici e le persone neutre? Ne consegue un atteggiamento emotivo diverso per ciascuna categoria, rispettivamente affetto, odio, indifferenza. In certi momenti della nostra vita la mente è legata alla rabbia, all’attaccamento in altri momenti all’amore, alla semplicità...non è forse vero che quando siamo “innamorati” la nostra mente esagera i tratti piacevoli della persona amata tanto da farci provare il desiderio e attrazione e volontà di lenire le sofferenze di quella persona? Sappiate comunque sempre distinguere la differenza fondamentale tra attaccamento e innamoramento disinteressato. L’attaccamento aumenta il desiderio irragionevole senza produrre alcuna soddisfazione interiore. Genera quindi un’afflizione fondata sull’ignoranza perché si sta appunto ignorando l’amore puro e la compassione che invece abbracciano amici,nemici e persone neutre. Esso incarna un atteggiamento altruistico che non è il semplice donare ma implica quindi uno sforzo generoso che coinvolge la mente.  L’attaccamento impedisce le cose e genera emozioni afflittive. Noi invece abbiamo bisogno del distacco per avere una maggiora apertura mentale. Siamo eccessivamente attaccati a questa esistenza. Tutte le cose passano, noi compresi. Nel corso della presente esistenza non c’è alcuna certezza. Non abbiamo nessuna certezza neanche che le persone vorranno per sempre essere nostri amici,nemici, amanti o indifferenti. Così non si può considerare una persona fondamentalmente buona e un’altra fondamentalmente cattiva. Manifestare sentimenti di odio o di desiderio è insensato. Un sano atteggiamento è quello interiore dell’amore incondizionato per tutti  ed esso è l’unica difesa efficace. Solo nel contatto con le altre persone  “buone” o "cattive" si originano le nostre buone qualità. Gli stessi nemici sono i nostri guru perché possono insegnarci la tolleranza,  altruismo,  coraggio, determinazione, che non sono altro che delle forze  interiori (che i buddhisti chiamano "merito") per modellare il nostro futuro. Se la vita ci scorre troppo facilmente saremmo solo dei deboli.


Nagarjuna dice: "Consapevole dell'armonia tra le azioni e i loro effetti, aiuta sempre gli esseri con le azioni. Solo così aiuterai te stesso".


Shantideva, yogi indiano dell’VIII secolo, diceva: "un incommensurabile beneficio viene dal solo desiderare che tutti gli esseri senzienti siano liberati da un'unica sofferenza, per esempio il mal di testa".


Le pratiche buddhiste per addestrare la mente e raggiungere l'illuminazione si riassumono in due frasi: "Se ne sei capace, dovresti aiutare gli altri. Se non ne sei capace, dovresti almeno evitare di danneggiarli". Dalai Lama

3 commenti:

  1. questo post mi ha ricordato questa frase "Nessuno può farti provare un'emozione se non vuoi. spiega perchè" Apparentemente banale e insignficante nella sua limpidezza, eppure non appena l'ho letta mi ha inchiodata "senza scampo", e ancora oggi mi sorprendo spesso a rifletterci su...

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  2. In linea di massima concordo col Dalai Lama, anche se non bisogna essere necessariamente una guida spirituale per sapere che tutti abbiamo bisogno d'amore. In realtà abbiamo bisogno dell'altro, perché è innaturale la solitudine dell'essere umano, e per avere l'altro dobbiamo amarlo.

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  3. penso che per poter stare bene con qualcuno bisogna prima imparare a star bene con sè stessi altrimenti l'altro sarà solo un antidoto alla solitudine

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