Nonostante le lunghe indagini, il recupero di parte consistente del relitto, le centinaia di perizie tecniche e le ingenti risorse finanziarie ed umane dedicate alle indagini, si rinvengono numerosi e gravi indizi, ma non prove definitive per individuare gli autori del disastro.
Le indagini si concludono il 31 agosto 1999 con il deposito della Sentenza-ordinanza Priore, secondo la quale il DC-9 Itavia è precipitato perché coinvolto, direttamente o indirettamente, in uno scenario di battaglia aerea avvenuto nei cieli italiani. L'inchiesta - vi si legge - è stata ostacolata da reticenze e false testimonianze, sia nell'ambito dell'Aeronautica Italiana che della NATO, che hanno avuto l'effetto di inquinare o nascondere informazioni su quanto accaduto.
Questo lo scenario del film diretto da Marco Risi, basato sull’inchiesta di Rocco, giovane giornalista del Corriere della Sera. Rocco si trova non solo davanti ad un enigma, ma di fronte a silenzi ufficiali o versioni inattendibili, Servizi segreti ammantati di mistero, sfere militari evasive o pronte ad ogni smentita, magistrati lenti o condizionati, politici quasi sempre inabbordabili, periti ed esperti impotenti. L'ipotesi che l’aereo Itavia sia stato colpito da un missile appare la più plausibile. Rocco ha compiuto una impresa difficile, mille volte ostacolata, anche rischiosa, ma la sua indagine non ha messo in luce che una parte della verità.
C'è tutto un tessuto sonoro che dà al film una sorta di simpatica vitalità, insieme ai piccolissimi spunti da commedia che Risi ha ereditato da suo padre Dino e seminato qua e là. La sequenza in cui i due momenti si incontrano è quella straordinaria in cui Rocco porta la copia fresca di stampa del Corriere ai generali che stanno cenando, ancora una volta, in trattoria. Li trova che cantano. Prima “Funiculì funiculà”, poi “Nessun dorma”. E nell'esecuzione di questa romanza della “Turandot”, resa famosissima da Pavarotti, c'è tutto il senso del film: la volgarità degli uomini in divisa, il loro essere una sorta di enigma vivente (“ma il mio mestiere è chiuso in me ...”, recita la romanza). La commedia, il thrilling e il dramma racchiusi in una singola immagine di grande potenza.
Regia di Marco Risi - Anno 1991 - Genere: Drammatico
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